Dunque vado anch’io. Pare in cerca di una caverna, di quella mia. Anche se alla voglia di apostrofare gli spazi bui s’accompagna una sorta di timore della sottrazione. È che non sai mai, ogni volta, quanto ci resti al buio. Capita che nella caverna si smarriscano le scie, e la condizione d’ombra, il cono di umidità che stordisce le narici, arpiona la realtà e la deturpa con miracolosa efficacia. In fondo a scuoiarsi ci perdi sangue e coltello. E anche quando te ne fai bevute, non sai mai se il fondo del contenitore corrisponde al tuo fondo. Smascellare nella caverna è una sfida che presuppone un volume adatto, contingenza, sporgenza di istinti e necessità ove formicolano sicurezze da frangere. È, in qualche modo, violenza. Autoviolenza.
Intanto è stata serata scugnizza, què loco!
A Libmagazine siamo tutti tibetani.
Intanto è stata serata scugnizza, què loco!
A Libmagazine siamo tutti tibetani.
11 commenti:
aspettiamo che riemergi dalla caverna come un bel troglodita illuminato, Ciro, che ogni fondo ha il suo pozzo. besi
mmhhh, a apostrofare nelle caverne devi aspettarti il ritorno delle tue parole, ciro attento a quello che dici!
non so se è più importante stare attenti alle stalattiti o alle stalagmiti, tu che dici? Io dico le seconde.
PS: da Viola non me la sono presa. Dopo la vittoria sulla Juve a Torino sono in stato di grazia per una decina d'anni, e poi il Napoli è simpatico.
See here or here
ciro simpleson magnificio buone
vacanze a te e a bippi auguri
da un sempliciotto:)
ed alla fine ho migrato pur'io!
van di moda i traslochi in questo periodo...
ciauz.
eSp.
devi assolutamente partecipare al concorso che fanno i radiohead sul video- storyboard(si vince anche bene)
ari-bù!
cia' guagliu'
nu poco 'e pacienza, maltempo, maltempo, maltempo e poco tempo, male male male tempo
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