mercoledì 24 giugno 2009

Napule

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"Napule"

martedì 23 giugno 2009

lunedì 22 giugno 2009

La mano felice

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"La Mano Felice"
"Cominciò anche lei a toccarsi, proprio là dove avevo intravisto quel candore. Vedevo la sua mano avviarsi lentamente, quasi senza una volontà precisa, meccanicamente, e poi tirare su la stretta gonna rossa, scoprire completamente le cosce inguainate, giungere all'ultimo diaframma, liberarsene e tuffarsi in quel vortice, nel risucchio dell'anima del mondo, nel centro genitale dell'universo."
Napoletani, Paolo Birolini (pag. 30)

sabato 20 giugno 2009

Realtà che medita sul disordine del prete

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"Realtà che medita sul disordine del prete"

mercoledì 17 giugno 2009

Prete che medita sull'ordine del creato

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"Prete che medita sull'ordine del creato"

martedì 16 giugno 2009

Occhio di Lynch

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"Occhio di Lynch"

lunedì 15 giugno 2009

zeta

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"Zeta"

domenica 14 giugno 2009

prossimamente...

Sono quasi pronto per presentare ai pochi ma affezionati visitatori di questo posto una novità. Magari qualcuno non si soprenderà, considerandola la naturale evoluzione del mio nomadismo. Altri, non nascondo, in conversazioni private del pubblico mi avevano già più volte esortato a provarci. Ma si sa, le incubazioni sono lunghe. E tutto sta a trovare il foro. D'uscita, s'intende. Altrimenti il modo, la tecnica. E siamo quindi al solito punto. La tecnica. Quanto alla conoscenza invece, ancora a parlarne nel tempo del world wide web?
Prossimamente, dunque, il mio w.w.p.

venerdì 12 giugno 2009

Scusate il ritardo, tanto finchè governa Sarchiaponi...

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se qualcuno piange, se
qualcuno s'è fatto male

lunedì 8 giugno 2009

“Sì, io e Noemi ci amiamo”

Sì, io e Noemi ci amiamo”. Immaginate per un istante queste parole con stretto tono brianzolo, con le sibilanti che si scivolano addosso e le vocali posteriori chiuse. Dobbiamo fare un viaggio adesso, dunque immaginate che a parlare sia quell’omino televisivo, dietro alla scrivania nel suo studio, o piuttosto sul divano nel salotto col brandy in mano. Nel caminetto un tizzone dialoga col giallo. Uno, due quadri alla parete. Luce marrone ed intenso chiaroscuro, a reti unificate ovviamente. State immaginando? Io sì. La pelle d’oca. Un disco gira ruvido sotto la puntina mandando un piano delicato. Tutto è perfetto: l’evento storico del tipo: “Quando Armstrong andò sulla luna papà era a casa di zia Rosaria, che era l’unica nella corte ad avere la tivvù, e mia madre dormiva perché il nonno, duro comunista, era scettico verso l’america; l’11 settembre invece, era dopo pranzo ed io mi preparavo per andare al supermercato a comprare le patatine e la birra calda, e vidi lo schianto del secondo aereo”.
Sarebbe meraviglioso. Il nostro premier entrerebbe nella storia del costume europeo. Le copertine dei giornali sarebbero tutte loro – qui vi scappa un sorriso, non badate: è disperazione, – le ragazzine avrebbero una nuova fiaba da provare a rivivere, e i ragazzini avrebbero un nuovo eroe romantico, modello di virtù, coraggio e sprezzo della pubblica morale. Tutto ciò che è passato nella consuetudine soporifera della politica occidentale dalla caduta di Berlino del ’45 ad oggi, sarebbe interamente da rileggere alla luce di questa frase. Risentiamola, su: “Sì, io e Noemi ci amiamo”, e andiamo un po’ oltre: “e dopo aver lungamente meditato comunichiamo al paese la nostra intenzione di trasferirci a Villa Certosa”. Io lo adorerei. Sarebbe il culmine della sua parabola, il tratto più marcato della sua linea a tinte forti, della sua caricata caricatura vivente. Il colpo di teatro. Il mai di più. L’oltre. La fantasia al servizio della fantasia, l’inarrivabile genio, l’onnipotenza, la gioia, l’abisso di fiori, l’uragano di vulve.
Non so. Forse non sarà mai così, e il nano cadrà nella sua mediocrità fatta di lingua e tempismo. Ma quando guardo
le foto di Noemi che va al seggio, quando la vedo finalmente e di colpo così bambina, così incredibilmente teen, così fan dei… – a proposito, a tua sorella quale dei Take That piaceva? A mia sorella un certo Howard – così fan di chi oggi merita, quando vedo questa ragazzina infilata in una semitrasparenza nera, con occhialoni, capelli impeccabili e borsetta perfetta… e quando poi vedo sua madre, col seno duro, la bocca galleggiante e gli zigomi congelati, col ghigno da strega che ha la madre di Laura Dern in Cuore Selvaggio di Lynch… quando io vedo tutto questo penso che l’Italia è un grande paese. Il miglior paese in cui può vivere chi ha domande da porsi e risposte da trovare.

giovedì 4 giugno 2009

"Quando la nave affonda", tre variazioni sul tema

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Qui, sommariamente, si esaurisce il mio ragionamento sulle opportunità politiche delle più rilevanti parti. Credo che qui sia anche la mia intenzione di voto, eppure ancora non l'ho colta. Credo infine che qui, dopo tutto, inizi ufficialmente l'ora in cui l'approccio a questo genere di faccende diventi finalmente del medesimo ma contrario senso unico col quale tali faccende si approcciano a me. E' stato un anno orribile, carico di lutti e perdite di parenti e conoscenti, di malattie cieche e di improvvise saette. Questo genere di esperienze, e la capacità dell'organismo umano - comprensivo di mente o spirito o comunque vogliate chiamare l'aspetto divino delle quattro ossa - di reagire e ricostruire e rielaborare, di ficcare mattoni nelle paludi finché queste non sprofondino... questo genere di cose insomma sposta il baricentro. Nei luoghi estremi si rischia il cattolicesimo, il cinismo o il romanticismo. Ma la morte, il rischio e la consumazione, sono esseri troppo umorali e geometrici per figurare valichi metafisici. Così se sei fortunato e lucido puoi permetterti di cancellare in una vampata tutte le fregnacce inutili che ti graffiano i piedi. Volare cioè, volare pazzi.

Ci si vede lunedì dopo le elezioni. Ho da festeggiare mia nipote.

martedì 2 giugno 2009