giovedì 10 aprile 2008

confidenze primaverili

Sono animale estremamente sincero, e la primavera mi turba. M’investe con una sottile, scivolosa, urgenza di ricambio. È per questo che ho rasato la boccia, perché nel corpo ci credo più che nel resto. E puff ti capitano le elezioni.
Coniugando il momento elettorale con l’urgenza di ricambio, conoscendo la radicalità della mia urgenza, ammetto che in tutta sincerità primaverile non basterebbe una tonnellata di schede a soddisfarmi: sarebbe un taglio loffio, corto nelle tempie e moderato in nuca, con accenno deturpante di frangetta. No, piuttosto, e quindi, è questo abbracciare i fucili, questa disperata richiesta d’affetto a incuriosirmi… comodo squagliarsela con il colore, comodo e fuorviante. Vediamo un po’.
Il momento della campagna elettorale è il più ridicolo. Personalmente detesto tutti, dai leghisti ai comunisti, da Casini a Veltroni, sommamente dal sommo Berlusconi a Fini, dalla Santadiché al Bertinotti. Lei ad esempio sa come deve apparire, fa la tosta, fa la sincera, fa il brusco e ruvido troione che è, ma si perde in un lurido e ottundente autunno. Lui, che tanto bene stava nella carica istituzionale, torna ai lavori di dialettica in cui nacque e per cui non era nato. Ma tutti indistintamente s’incravattano e dopo molte passate di fondotinta giurano a se stessi, in cuor loro, di dare il meglio. E lo danno. Ma il meglio, si sa, non vuol dir nulla messo così sciolto nella frase. Cosa vuol dire allora questo agio tutto di pomata che i politici italiani dimostrano per l’immagine che s’offre? Sembra un po’ che questa classe politica sia stata allevata apposta, in una concatenazione genetica, per apparir brillante al momento del porta a porta. Brillante, gravida di potenza, illuminata, propositiva, assolutista quasi all’ecclesiastico. Salvo poi svelarsi puntualmente, quando il trucco cade e s’increspa il phard, intensamente incapace di trascurare per un solo istante i suoi più bassi bisogni di pancia. Incapace, barcollona, intrallazzante, moscia, depallata, depilata, odiosa e sciaradesca.
Alla luce di questi elenchi, ora, quanto è più sincera, primaverile, la richiesta d’affetto d’inizio testo – quell’imbracciar fucili al primo quid? Speriamo dunque che tutti ci si colori così, compiendo finalmente il carnavàl da suramerica cui la nostra politica tende. Allora mi candiderò, giuro, e a primavera tutti dal barbiere!

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6 commenti:

Anonimo ha detto...

bossi non si incravatta, ciao ciro!

Tess ha detto...

con le pinne, FUCILI ed occhiali
ecc. ecc.

Anonimo ha detto...

da:
ma no, ciroskji,
l'apocalisse
é carnevalesco
e si gioca senza fucili,
direttamente
colle zanne

'o munaciello ha detto...

EGINE, Bossi no, ma na bella cravatta con nodo strettissimo e appesa al lampadario non gli starebbe male ;)

TESS, era bella questa cit. come vignetta! cribbio! dimmelo prima :)

DARIOSKJI, straordinario come sempre, colle zanne, mmhhh, acquolina in bocca

Anonimo ha detto...

Ecco, una cravatta così non sarebbe affatto male.
Leggermente OT: ti chiedo di dissociarti dalla tua vignetta qui sotto. Sembra velatamente suggerire che anche le persone di non specchiatissima moralità votino PDL. Prendi le dovute distanze da questa affermazione - tipo Fazio, per dire (-:

'o munaciello ha detto...

giovanotto, lei mal pensa! :)