sabato 5 luglio 2008

No, no. Immotivando negazioni si contrasta il sole. Negando motivi no, è il contrario luminoso. Iniziare col no. No, non si può. Non senza… senza cosa se non senza me? Lambisco ormai di tangente lo scoglio d’osso che a dolce assorbito promette, dietro terra, il frutto. Come singhiozzare, cercare… se possibile tornare… riassaporando la mutezza altrui tornare alla nebulosa elettrica. Un decoroso ciao di palmo, farlo schietto, fine quanto piombo. Sostare troppo a lungo nel mondo degli altri – che s’è definito realtà… ma già quel troppo esaurisce il concetto – mi fermo. Cinque righe e mezzo di sincerità possono bastare a chi ha alle spalle terra smossa di fresco – “deve aver sepolto… è naturale, ambo le cose è natura”. Sei righe di sincerità sull’incapacità della sincerità (che non può, non sa, non ha potere) o dell’esser sinceri (che non può più, che ha dimenticato, che ha un lampo inghiottito). Sette righe per descrivere a se stessi quello che s’è saputo solo attraverso queste.
Credo ancora di avere qualche legame con l’elettricità. Non è una moda. Neppure una finezza. È una trattativa segreta fra vita e morte, non senza sesso, non senza dolore, non senza estasi, con sesso dolore ed estasi, questa di avvertire vincoli con organismi che sarebbero i più perfettamente svincolabili. Credo che inizi a mancare l’esercizio, o il prefisso auto, che è uguale. Otto righe abbondanti per allarmarmi sul pavimento vischioso che va al degrado o al semplice disallineamento dall’essenza e dall’istinto. Quando si viene al mondo, indipendentemente dal momento, ci si inizia a perdere.
ossession
l’ansia mangia l’ultimo sonno e
l’ultima vocale

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Qst beige è rilassante, soprattutto x i miei occhi mezzi cecati. Ottima scelta! :)

'o munaciello ha detto...

già cambiato, mi spiace nausicaa :))