
Sarebbe meraviglioso. Il nostro premier entrerebbe nella storia del costume europeo. Le copertine dei giornali sarebbero tutte loro – qui vi scappa un sorriso, non badate: è disperazione, – le ragazzine avrebbero una nuova fiaba da provare a rivivere, e i ragazzini avrebbero un nuovo eroe romantico, modello di virtù, coraggio e sprezzo della pubblica morale. Tutto ciò che è passato nella consuetudine soporifera della politica occidentale dalla caduta di Berlino del ’45 ad oggi, sarebbe interamente da rileggere alla luce di questa frase. Risentiamola, su: “Sì, io e Noemi ci amiamo”, e andiamo un po’ oltre: “e dopo aver lungamente meditato comunichiamo al paese la nostra intenzione di trasferirci a Villa Certosa”. Io lo adorerei. Sarebbe il culmine della sua parabola, il tratto più marcato della sua linea a tinte forti, della sua caricata caricatura vivente. Il colpo di teatro. Il mai di più. L’oltre. La fantasia al servizio della fantasia, l’inarrivabile genio, l’onnipotenza, la gioia, l’abisso di fiori, l’uragano di vulve.
Non so. Forse non sarà mai così, e il nano cadrà nella sua mediocrità fatta di lingua e tempismo. Ma quando guardo le foto di Noemi che va al seggio, quando la vedo finalmente e di colpo così bambina, così incredibilmente teen, così fan dei… – a proposito, a tua sorella quale dei Take That piaceva? A mia sorella un certo Howard – così fan di chi oggi merita, quando vedo questa ragazzina infilata in una semitrasparenza nera, con occhialoni, capelli impeccabili e borsetta perfetta… e quando poi vedo sua madre, col seno duro, la bocca galleggiante e gli zigomi congelati, col ghigno da strega che ha la madre di Laura Dern in Cuore Selvaggio di Lynch… quando io vedo tutto questo penso che l’Italia è un grande paese. Il miglior paese in cui può vivere chi ha domande da porsi e risposte da trovare.