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giovedì 22 gennaio 2009

cinemuna: il vero nell'assurdo - su rapporto confidenziale

Dal nuovo numero di Rapporto Confidenziale (scarica qui)


Due giovani uomini d’azione, ossessionati nella meglio tradizione narrativa dal mito del nanetto corso Bonaparte, operano nello scacchiere internazionale con una strategia innovativa: far ridere per non far piangere. La parola nelle loro bocche ha un valore nuovo che corrisponde in misura esatta e contraria a ciò che di norma si considera verità, col risultato (evocato dal titolo) di confondere e alterare.
Proprio come il vecchio divide et impera, la loro condotta semina un nuovo tipo di distruzione e orrore camuffato da ilare composizione di realtà parallele. In modo beffardo ci si figura dritto al centro dell’accavallamento spazio-temporale dell’approccio a Giove dell’odissea kubrickiana. Destinata a diventare cult la scena in cui, sorseggiando whisky in un gommone sgonfio al largo di Sant’Elena, l’uno dice all’altro: “ho comunicato all’allevatore la mia intenzione di cercare pepite d’oro nella sua vasca da bagno per distrarlo e farlo ridere di me, per poi andargli a rubare le uova dal pollaio”.
Ridolone Scott firma così un capolavoro dello spionaggio attingendo a piene mani, per ispirazione e stratagemmi narrativi, alla politica italiana fingendo si tratti di un afoso e disastrato regime totalitario mediorientale: sarà per la robustezza della scenografia, o per la convinta recitazione dei protagonisti che appaiono così sinceramente a loro agio nei ruoli interpretati, che la differenza non si nota.

venerdì 9 gennaio 2009

cinemuna: No Man, la vita di ratzinger in un film satirico

[anche su Metilparaben]

Giuseppe Razza Di Stro’ (cliccare sulla locandina a sinistra) ha sicuramente raggiunto la maturità professionale e con essa un livello di recitazione talmente approfondito nel controllo di ogni più impercettibile muscolo facciale da far quasi dubitare sulla sua capacità di uscire dal ruolo a riflettori spenti. Gettate ormai alle spalle le bizze di una gioventù irrequieta bruciata nelle birrerie tedesche e in poco raccomandabili circoli, mostra anzi di sentirsi a proprio agio nei ruoli meno sincopati, meno violenti, meno attivi, meno loquaci. “No Man” è una storia tagliata su misura per lui dalla Storia: un uomo con disfunzioni erettili pur di non metabolizzare l’inesorabile trascorrere del tempo, ed i suoi effetti sui delicati equilibri psicofisici della terza età, si affanna a denigrare a colpi di frequenti monosillabi stile mitraglia ogni fonte di gioia, ottenendo quindi per vie secondarie e poco coscienti l’effetto di moltiplicare la sua sofferenza proprio perché slacciata dalle cause. Nient’altro che la vecchia volpe con l’uva (non) buona. Pur nella stucchevolezza della trama, e nei suoi meccanismi ripetitivi fino alla soglia dell’ossidazione (riprodotti amabilmente da Giuseppe Razza Di Stro’ tramite un balbettio come se abbaiasse), il film osa la definizione di complesse dinamiche psicologiche che affascinano i critici ma allontanano il grande pubblico. E allora viene da chiedersi: tutta ‘sta arte, tutta questa preparazione, tutti ‘sti anni passati a studiare e a studiare e poi a ripetere e a limare e a perfezionare, nel momento in cui si scontrano con una realtà che ha ormai superato il dato oggetto di studio non è bene vadano riconsiderati per quello che sono: smanettii inaspriti dalla mollezza?