A ben guardare. Proprio a vanga in braccio scavando tra i lombrichi e le lumache sguscie, il passato nella lingua degli Omero ha viuzze parallele. In una di quelle, perpedicola al quirin colle, dev'esserci pure un baldo giovine che arrotolava sigari in montagna scambiando edera per tabacco. Lì, sudicio d'olio per allestire fucili, scaldava la polenta sui fuochi fatti d'ante sfatte di Brianza. Sguardo serio come chi ha la meta poco sopra il naso. Occhio d'ombra del rapace in mimesi con la nube, sotto al sole, l'attimo prima che il becco alla preda rompa la pelle - alle prede le palle.
domenica 19 aprile 2009
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2 commenti:
Leggendo i tuoi post, mi vado sempre più convincendo ,che la materia di cui sono composti,è magma puro.
Altro che Vesuvio!
Grazie Franca, gentilissima.
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