Quando lo schermo è interamente occupato da un water incrostato di merda in un fast food di Toronto non c’è nulla che lasci presagire ciò che di lì a poco sta per accadere. Ma poi ecco che dal piscio ti spunta l’alieno. Il problema, che poi per la tenuta del film è il vero toccasana, è che l’alieno viene immediatamente riconosciuto come non – o poco, o scarsamente, o piuttosto malamente – umano. Questo permette al regista – l’anglobritannico Bobby Charlton, già autore della brillante farsa “Non fare come me: reimpiantati i capelli” – di alleviare la tensione propria del genere organizzando un andazzo simile a quello di una commedia degli equivoci nella quale l’alieno crede di essere un uomo mentre tutti gli uomini sanno che così non è. L’hanno già capito, punto e basta. Interessante la spiegazione che fornisce un giovane, e irriconoscibile, Topo Gigio, anch’esso alieno: “(…) il tuo programmatore ti ha inserito un software non aggiornato di estetica umanoide: tu sei esattamente delle dimensioni che erano proprie degli uomini dell’antica Roma; in altre parole sei un nano, e sono cacchi tuoi. Mo me ne vado, brutto figlio di puttana!”. Insomma, risate a crepapelle - anche grazie ad una graffiante colonna sonora (I want it all, The Queen). Finché però l’alieno non si mette in testa, con somma sorpresa di tutti, di poter distruggere il mondo a botta di scuregge inquinanti. La maggiorparte degli spettatori ritiene che l’alieno si sia messo questa assurdità in testa nell’impossibilità di combattere in altro modo un'odiosa calvizie. Alcuni critici, tra i quali l’illustre Ermigno Lodegli Inculati, interpretano questa violenta virata verso un ben noto filone eco-global-tragic che fa da contrappunto al bon vecio Al Gore spiegandola come l’ovvia esecuzione di un software inappropriato al tempo d’oggi. Ma altri clitici, fra cui me Muna, sottolineano l’inappropriatezza generica di tutto l’accadimento che trova conferma in quel finale ermetico che però chiude perfettamente un cerchio decadente: il cesso, da cui l’alieno era uscito, torna ad accoglierlo con la stessa capacità di prima, e se possibile con maggior fetore. Un lieto fine cioè, forse l’unico auspicabile.
mercoledì 17 dicembre 2008
cinemuna: "ultimatum alla terra"
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11 commenti:
ahahahaha meraviglioso!
L'ho messo subito in aggregatore!
azz, mi hai anticipato il finale.
quando ho cominciato a leggere il post da bippì..sapevo con certezza che fosse di tua manifattura.
sei inconfondibile cirù.
:)
baci a tutti e due.
Ciao cuncettella :)
questo non è un film, è un incubo (comunque il finale è salvifico e catartico)...
ma quello vero l'hai visto? devo andarci? lo sai che ormai mi fido solo dei tuoi consigli (diversamente guardo solo roba tipo Kung-fu Panda, Wall-E, Bolt, etc.)
bella astrid.. però le cose meravigliose me le forniscono su piatti d'oro!
davide, nel senso che anche tu volevi fare quella fine? ;)
cuncetta, le scimità subito si riconducono a me eh? bella reputazione che m'aggia fatt'!
gds, devi vedere il prossimo che incubo che è
(no, quello vero non l'ho visto. non penso sia eccellente ma se posso ci vado, perchè la fine del mondo m'incuriosisce sempre)
gds, quello vero sta bene dove sta, sient'ammè!
quando ho sentito dire che si trattava di una perla, ho capito che anche questo film non avrebbe che aggravato gli incassi dei cinema.
... e avevi ragione! :)))
Very rich and interesting articles, good BLOG!
Although we have differences in culture, but do not want is that this view is the same and I like that!
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