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Quando il sangue di San Gennaro non si scioglie chi è che deve temere? Così, col funesto presagio del mancato miracolo, in una cripta in epoca imprecisata ma certo passata, si apre il film. La tradizione ha sempre voluto che a tremare fosse il popolino di Napoli, coloro ai quali sempre l’ano fu usurato. E invece no: man mano che la trama si sviluppa si comprende che il nuovo interlocutore del santo patrono è la classe dirigente napoletana. A voler dire che pure il santo ha bisogno dei suoi santi in paradiso: e quell’è santo, mica fesso?! Così a nulla vale il tentativo di frullare il sangue, né la granita all’amarena che un paio di assessori sono costretti a trangugiare per poi sputare – si sperava – sciolta. La sciagura piomba, solida come un tronco, nelle chiappe di personaggini allegri e disinvolti interpretati da grandi attori tutti passati per la gavetta: c’è il bel Giuseppe Gambale, cardiologo esperto di sangue e pompaggi, già ammirato in “Vacanza in commissione antimafia” e “Educazione, trasparenza, legalità… tutto bene ciò che riempie la bocca” (due vivaci commedie nere); c’è l’abile Enrico Cardillo che si era messo in luce con “Metalmeccanici polli miei”, docu-fiction sulla attitudine alla scalata di certi sindacalisti; c’è il compianto Giorgio Nugnes alla sua ultima apparizione sullo schermo; ci sono in più molti altri comprimari che col tempo impareremo ad apprezzare. Nello sconforto per non aver potuto apprezzare le performances di Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino, dai quali ci aspettavamo molto ma molto di più, segnaliamo la recitazione, al solito sopra le righe, di un maturo ma ancora indomito Cirino Pomicino, e le partecipazioni di Italo Bocchino e Renzo Lusetti – quest’ultimo, insieme con il cameo di Salvatore Margiotta (tutt’ora impegnato nelle riprese del “Potenza è controllo” di Henry John Woodcock) – rappresentano motivo d’orgoglio per il produttore Walter Veltroni, colui, cioè, che ci mette la faccia.
Un film spettacolare e crudele, avvincente e soffice, ma anche duro, sanguinario (come non avrebbe potuto?). Uno spaccato storico e culturale da non perdere, ché in ogni caso s’è già perso.
6 commenti:
non se se viene prima la monnezza e poi la politica
sul teritorio o viceversa, quello che fa rabbrividire
è che la legalità la devono riportare questi che sono
al governo ora, hahahahahahahahahahahahahaha
forse anche un po piango sigh sigh
sanguinario sicuramente, perchè ci fanno buttare il sangue (nostro ) non quello del santo
film già visto? :) grande muna.
egine, no io come ho deciso: rido, rido solo, rido sempre, non me ne fotte proprio più, rido, rido, rido, tanto ho sperimentato che si trova sempre qualche strada senza sacchetti sulla quale pedalare :)
tess, brava! poi quello del sangue l'hanno astipàto: il nostro si butta e basta!
gians, sì, diciamo che è un film che s'è sempre percepito qua, e anche se non lo vedi, se non lo hai visto e non intendi vederlo, è come già lo conoscessi
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