La regina apre le cosce. Ruggine nella stanza in nuvolette rosse, sopra un cigolio di anticaglie in disuso. Dalle grandi labbra due fili di seta bruna su cui prova l’equilibrio un ragno. Il pulviscolo lo confonde: cade. Atterra morbido in una crepa della pelle, dove due pulci si spartiscono la violenta secrezione di un brufolo. La regina chiude le cosce in una sferragliata di pentole. L’ecosistema ha una falla. Nella meccanica l’erosione del tempo contraddice l’infinita brama di gloria, e in qualche modo l’ammala. Tutto puzza.