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Ora, al dunque, internet fornisce la possibilità piccola e piuttosto falsina di farsi pubblici. Non proprio come Warhol intese, molto di meno per fortuna, ma molto di più. E non mi pare motivo sufficiente a discriminare la fantasia o la libertà espressiva dell'individuo il solo fatto che tale fantasia e tale libertà espressiva non siano sostenute da una qualsiasi major hollywoodiana. Cosa si teme? Forse che - pur ammettendo la natura goliardica dei gruppi che su facebook apologizzano reati - dietro la burla si inizi per puro caso a tramare sul serio, a organizzarsi? E anche in questo caso, dico, che male ci sarebbe? La morte delle ideologie, la domenica delle salme, unita a questo scipito bipolarismo, ha frantumato non le classi sociali, ma la semplice idea di esse. Resta l'individuo, e la sua personale tv di fronte al suo personale letto. Paralisi. Fiato trattenuto. Oro per il migliaio di pupazzi che posano le chiappe sul pizzo della piramide. Insomma, se tramite quella merdata di facebook qualche spirito dovesse comunicare con qualche altro, che male ci sarebbe? Elasticità, diamine! Siamo pur sempre i nipotini di Gelli!
3 commenti:
io concordo su tutto soprattutto sulla storia
dei cantastorie ladri cosi come i poeti sono
ladri e saccheggiano la realtà, tutto bene
anche sulla massima libertà che ti da la rete
che è solo un mezzo, però un passaparola
che segnali gli ignari o ignifughi che poi è la stessa cosa, non guasterebbe, cosi
come ce lo facciamo tra di noi quando ci
capita di nominare chessò Rutelli o Gasparri
secondo me non sanno manco loro di cosa avere paura.Cariatidi
egine, ... mi sembrano quelli che vogliono a tutti i costi giocare a pallone con i paralitici (perdonami la metafora scorretta, ma mantieni il senso)
tess, hanno paura che finisca la bambagia
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